In quegli anni in cui val poco
Wolfgang Amadeus Mozart
In quegl'anni, in cui val poco
La mal pratica ragion
Ebbi anch'io lo stesso foco
Fui quel pazzo ch'or non son
Che col tempo e coi perigli
Donna flemma capitò
E i capricci, ed i puntigli
Della testa mi cavò
Della testa mi cavò
Presso un piccolo abituro
Seco lei mi trasse un giorno
E togliendo giù dal muro
Del pacifico soggiorno
Una pella di somaro
Prendi disse, oh figlio caro! Oh figlio caro!
Poi disparve, e mi lasciò
Poi disparve, e mi lasciò
Mentre ancor tacito
Guardo quel dono
Mentre ancor guardo quel dono
Il ciel s'annuvola
Rimbomba il tuono
Mista alla grandine
Scroscia la piova
Scroscia la piova
Ecco le membra
Coprir mi giova
Col manto d'asino che mi donò
Col manto d'asino che mi donò
Finisce il turbine
Nè fo due passi
Che fiera orribile
Dianzi a me fassi
Già, già mi tocca
L'ingorda bocca
Già di difendermi
Speme non ho
Speme non ho
Speme non ho
Ma il finto ignobile del mio vestito
Tolse alla belva sì l'appetito
Che disprezzandomi
Che disprezzandomi
Si rinselvò
Si rinselvò
Così conoscere
Mi fè la sorte
Ch'onte, pericoli, vergogna, e morte
Col cuoio d'asino fuggir si può
Ch'onte, pericoli, vergogna, e morte
Col cuoio d'asino fuggir si può
Col cuoio d'asino fuggir si può
Col cuoio d'asino fuggir si può
Fuggir si può
Fuggir si può